BASSANO DEL GRAPPA
FIUME BRENTA
I primi giorni di giugno sono stati
estremamente caldi in tutta Italia; anche Bassano del Grappa, nonostante la sua posizione alle radici
delle Prealpi è stata investita da tanto sole e temperature elevate. Nella ricerca di ripari freschi, e
maggior spazio vitale per il movimento, lo sguardo e l'ascolto, abbiamo evitato le zone del centro
urbano, strette e accalcate dalla prima ondata di turismo estivo, dirigendoci verso il fiume e i suoi
percorsi, a ridosso del centro storico. Camminando le rive del Brenta, tutti i giorni, più volte al giorno
e in orari diversi, abbiamo attraversato il suono e la luce del fiume: i riverberi cangianti di un’acqua
fredda e potente, una presenza massiva che definisce l’umore di questa città e le sue direzioni. A Bassano
l'acqua è presenza, riferimento certo e il continuo accesso al perdersi, a una partenza possibile,
non precipitosa ma pronta, sostenuta dai propri passi.
ESERCIZI DI ASCOLTO
LAVORARE CON LE MANI
Walk:
da Ponte
Vecchio
a Spiaggetta Angarano
CA' BARZIZZA
Walk:
da Ponte
Vecchio
a Centrale Idroelettrica Ca' Barzizza
PONTE
NUOVO
Walk:
da Porta delle Grazie
a Ponte Nuovo
RACCONTO FEDELE
Walk:
Lungo Brenta
ALTA VIA DEL TABACCO
Walk:
Sentiero Alta Via del Tabacco
FIUME BRENTA [11:57 –
12:02]
Walk:
da Castello degli Ezzelini
a Spiaggetta
Angarano
2
PIETRE
Walk:
da Ponte Vecchio
a Spiaggetta Angarano
«La caratteristica più evidente del fiume è la sua
direzione. Esso scorre tra stabili rive, e il suo passaggio è incessantemente visibile. La mobilità
delle sue masse d’acqua che si susseguono ininterrotte fintanto che il fiume è propriamente il fiume, la
risolutezza nella direzione comune, anche quando le acque si mutano le une nelle altre, il confluire di
altri fiumi minori – sono tutte innegabili caratteristiche di massa. Il fiume è dunque simbolo di massa,
e non solo della massa vera e propria bensì anche delle sue singole forme di espressione. I limiti della
sua ampiezza, entro i quali esso può crescere non continuamente e non improvvisamente, fanno sì che il
fiume come simbolo di massa abbia sempre qualcosa di provvisorio».
Elias Canetti,
Massa e Potere, Adelphi, Milano 1981, pp. 99–100
Journal
annotazioni prese in cammino il 5 giugno 2022.
• Camminando per ore lungo le
rive, la domanda che mi pongo riguarda la grandezza del fiume: quanto è grande il Brenta? Nasce in
Trentino Alto-Adige, nei Laghi di Caldonazzo e Levico, e sfocia nel Mare Adriatico, a Nord del Po, dopo
aver corso per 174 Km circa, con una portata d’acqua media di 93
m³/s. Risposta accettate sulla base di informazioni idrografiche
consolidate. La mia incertezza risiede nella definizione di grandezza: posso definire la grandezza del
fiume in base all’ampiezza udibile del suo suono, in questo momento, in riferimento alla mia posizione
di ascolto e al mio corpo? Oppure: posso definire la sua grandezza in base al fatto che, scendendo dalla
città verso di esso, ne sento la frescura ancora prima di vederne il corso d’acqua? Potrei infine
definire la sua grandezza in base al sentore umido di fango e alghe che, nonostante il mio passo
spedito, da diversi minuti non lascia il mio naso?
• Il suono del fiume emerge dal niente,
nel presente e dal presente; una moltitudine di correnti che diventano, a volte, impeto compatto, con
una direzione esatta: l’acqua raggiunge le mie spalle e si prolunga davanti al mio percorso, rendendomi
partecipe di scontri e placide tensioni. Il fiume sembra una vasta spinta levigata, e ascolto il suo
suono come una forza che, dalla sorgente, mi trascina verso la foce.


























